Visma|Lease a Bike, Jonas Vingegaard sul controverso utilizzo del monossido di carbonio: “È come fumare una sigaretta”

Continua a far discutere l’utilizzo del monossido di carbonio nel mondo del ciclismo. Dopo il report di Escape Collective pubblicato durante il Tour de France, che evidenziava il sempre più comune utilizzo di uno strumento chiamato rebreather per l’assimilazione di piccole quantità di monossido di carbonio con finalità di test sugli atleti, negli ultimi mesi questo argomento è progressivamente arrivato al centro delle discussioni nel mondo del ciclismo, che si divide tra chi non ha problemi con l’utilizzo di questi strumenti (seppur sempre con dei limiti ben definiti e non con l’obiettivo di migliorare le performance) e chi invece è più orientato a volerli vietare totalmente.

Sulla questione, che è già sotto la lente di ingrandimento dell’UCI che ha richiesto alla WADA di pronunciarsi in maniera ufficiale sulla liceità o meno degli strumenti, si è espresso anche il fuoriclasse della Visma|Lease a Bike Jonas Vingegaard che, intervistato da La Derniere Heure, si è espresso così a riguardo: “Come ho già detto noi abbiamo utilizzato questo metodo solo per testare se i training camp in altura funzionassero o meno. Ma se venisse utilizzato in una maniera scorretta, cosa che noi non facciamo, allora è giusto domandarsi se sia lecito o meno, anche considerando che può avere effetti negativi sulla salute”.

Controindicazioni che, però, sono da valutare anche in relazione ad altre pratiche comuni che vengono messe in atto quotidianamente: “La nostra inalazione di monossido di carbonio è equiparabile al fumare una sigaretta. E ci sono un sacco di persone che fumano ogni giorno. Quindi per me non c’è nessuna preoccupazione anche se io non ho mai fumato e mai lo farò. Ma capisco che sia un argomento delicato ed è difficile schierarsi da una parte o dall’altra. In ogni caso io seguirò quello che UCI e WADA decideranno in materia”.

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